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CENTRO APP Firenze - Specializzato in ANALISI DEL COMPORTAMENTO E PSICOTERAPIA
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ABA
Che cos'è l'ABA
martedì 07 novembre
L’ABA non si applica solo alle persone con fragilità ma è UNA SCIENZA APPLICATA PER MIGLIORARE COMPORTAMENTI SOCIALMENTE SIGNIFICATIVI

CHE COS'è L'ABA (Analisi Comportamentale Applicata)? 

Ancora oggi dilagano informazioni distorte. 

“Il comportamento è un argomento difficile, non perché è inaccessibile, ma perché è estremamente complesso. Poiché si tratta di un processo, piuttosto che di una cosa esso non può essere trattenuto dall'osservazione. Cambia continuamente, è fluido, evanescente e per questo pone costanti domande tecniche all'ingegno e all'energia dello scienziato.” (Skinner, 1935) 

L'Analisi Comportamentale Applicata (ABA) è LA SCIENZA APPLICATA che deriva dalla scienza di base conosciuta come Analisi del Comportamento (Skinner, 1953). 

L’Analisi Comportamentale Applicata (ABA) è l’area applicativa dei dati che derivano dall’Analisi del Comportamento per comprendere e migliorare le relazioni che intercorrono fra determinati comportamenti di una persona e le sue condizioni ambientali. 

QUINDI, l’ABA NON è un metodo, non è una tecnica, non è una terapia.


L’ABA non si applica solo alle persone con fragilità ma è UNA SCIENZA APPLICATA PER MIGLIORARE COMPORTAMENTI SOCIALMENTE SIGNIFICATIVI (riguarda ognuno di noi, anche la persona che sta scrivendo questo testo) 

Esistono diverse ricerche che supportano l'efficacia dell'Analisi del Comportamento. Qui citeremo solo una metanalisi del 2018. 

Nel 2018, Makrygianni, Gena, Katoudi, Galanis hanno pubblicato una metanalisi in cui si evidenzia che l’intervento basato sull’analisi comportamentale applicata (ABA) apporta risultati significativi nelle seguenti aree: abilità cognitive (g=0.740);  abilità comunicative (g=0.650), abilità del parlante (g=0.742) abilità dell’ascoltatore (g=0.597); comportamento adattivo (g=0.422); socializzazione (g=0.444); autonomie (g=0.138) e  aumento del QI (g=0.463). 

Ogni bambino è UNICO e unici sono i suoi bisogni educativi. A partire da alcuni tratti comuni, che risiedono nei criteri diagnostici dell’autismo, e che corrispondono a deficit nelle abilità comunicative, nel linguaggio, nelle interazioni sociali e presenza di comportamenti rigidi e stereotipati, le persone con autismo mostrano tante differenze significative le une dalle altre: sono molto diverse le capacità cognitive, comunicative e adattive possedute e molto diversa la risposta al trattamento di ognuno di loro (American Psychiatric Association).

A partire dai principi dell’Analisi del Comportamento sono state sviluppate negli anni molte e diverse procedure di dimostrata efficacia per l’insegnamento di abilità ai bambini con autismo o disturbi generalizzati dello sviluppo (Green, 2001).


CENTRO APP applica, quindi, nel lavoro con la famiglia e con gli altri contesti significativi un MODELLO CLINICO, FLESSIBILE e ad alta VALENZA CONTESTUALE, che si interroga rispetto alla funzione esercitata dalla programmazione educativa all’interno del contesto in cui verrà in seguito prevista la sua attuazione. 

Detto in altre parole

- la programmazione sarà in grado di inserirsi efficacemente nel contesto delle routine familiari e nel sistema valoriale e normativo di riferimento?
- la programmazione saprà valorizzare la mobilitazione di fattori protettivi all’interno di quel contesto?


L’obiettivo del CENTRO APP è SOSTENERE E PROMUOVERE un’azione di “empowerment contestuale” a più livelli (Prevedini e Carnevali, 2016): 

- livello familiare, che deve essere dotato di risorse emotive e non solo attrezzato di competenze tecniche e procedurali;

- livello scolastico, che deve di essere sostenuto per attivare percorsi individuali in grado di offrire risposte speciali a bambini con bisogni speciali;

- livello dello staff educativo (a forte rischio di burnout), che richiede accanto a percorsi di formazione tecnica e accademica, l’attivazione di percorsi di disponibilità emotiva all’interno dei quali gli operatori possano apprendere come stare in contatto con la sofferenza propria e altrui, come relazionarsi a sensazioni d’impotenza o di frustrazione.

Autore : Dott.ssa Cristina Copelli

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